martedì 13 dicembre 2011

Uscio.


Il nostro tempo è finito.
Giunto a termine.
Chiuso a fatica dietro a un portone.
Immenso. Pesante.

Difficile da muovere.
Difficile da serrare.
Impossibile da sigillare.

Ci provo.
Ci riprovo.
Con tutte le mie forze.
Spingendo, e gridando.
Uno sforzo immenso
che supera le mie energie.
Che mi fa sgorgare lacrime.
Grosse. Piene. Lucide.
Brillanti.
Portano fuori da me, un pò di te.

Sbircio dall'ultima fessura.
Quella Luce.
Mi volto e faccio un passo.
Poi torno a sbirciare.
Cosa crederò mai di scorgere?
Conosco bene quello che c'è dietro.
Ma.
Temo.
Una volta andata,
dimenticherò?
Tutto svanirà?
Come quella piccola goccia d'acqua dolce
che dall'alto cade
nel burrascoso oceano
salato.


Spifferi di aria bussano alle mie spalle.
Mi chiamano.
Mi trattengono.
Aria tiepida. Dolce. Violenta.
Conosciuta.
Aria Amara. Amata. Dolorosa. Gioiosa.
Vitale. Viziata.

Quell'aria
ci riempiva da testa a piedi
e ci sollevava in alto
Laddove non saremmo mai potuti arrivare,
in altro modo.

Andro' per la mia strada.
LA MIA STRADA.
Quella che io scelgo.
Quella che io amo,
per me.
Lo so.
Tante porte, usci, finestre, portoni, cancelli,
vi si affacciano.
Ma.
Io non voglio entrare.
Voglio stare fuori, andare diritto
Voglio tirare
come quel vento tiepido che ti carezza quando meno te lo aspetti
Che fluttua gioioso
nello spazio libero e sereno.


lunedì 5 dicembre 2011

la lotta d'amore
ci lascia tutti a terra.
Ossa doloranti.
Muscoli indolenziti.
Occhi gonfi.


Ma con un briciolo di luce in più dentro al cuore.

lunedì 21 novembre 2011

ANTIPODI


misuro il mio amore.
misuro il mio dolore.
misuro la distanza
fra il mio e il tuo cuore

passi interiori ci separano
dimentichi di felicità roteanti
folli cicloniche
abbaglianti eteree.
Eternamente passate.

Voglio scordarle.
Congelarle.
Sublimarle.
Distillarle e chiuderle
in un piccolo panciuto
flacone blu
(con contagocce)
che prenderà polvere in un angolo di soffitta
a due passi dal cielo
e custodirà con costanza
e premura
la sua incompresa preziosità.
La abbraccierà e cullerà
nel freddo
nell'ombra
nella luce
nel silenzio
facendola sentire preziosa
come quando dal nostro cuore
nacque.

Voglio piangere.
A lungo.
Rumorosamente.
Scandire il tempo
ritmare il silenzio
coi miei singhiozzi.
Far piovere dolore
fino a svuotarmene.
Per poi avere gli occhi piu' belli di tutte.

Bellezza guadagnata col cuore.

Chissà dove sei.
In che misterioso luogo tu sia migrato.
Che tu oramai esista solo nel mio cuore?

Fiera eretta
vado avanti.
Petto in fuori e spalle ritte.
Fiato gelido come aria di montagna
mai respirata prima.
Pura e tagliente.
Passo dopo passo,
fino in fondo alla conosciuta strada.
Mi fermo impercettibilmente.
E fatico a compierlo, quel passo.
Fatico dentro di me.
Mentre la mia gamba roboticamente
lo fa.
Fingo di non vederlo,
quel cartello.
Punto d'incontro dei nostri cammini.
Oramai opposti.

Arrivederci Amore Ciao,
la vita continua.
Agli ANTIPODI.

(le nubi stanno su di me.)
Ma io mi sposterò.

i gatti fanno sempre pipì nel posto giusto.





giovedì 28 luglio 2011

fogli volanti (tuffi costanti)

fogli che ci volano fra le mani

resoconto 3 novembre 2008

"...Delirando sul mio divanetto-letto
faccio a maglia con la paglia.
Non mi restano che il foglio e la penna
nella mia crisi nera
in velata atmosfera..."

Solo due cose funzionano oggi (per il momento)
Il mio TERMOVENTILATORE ed il frigo spiedino. spento.
E' una lotta accanita fra loro,
fra caldo e freddo.
Ed io sto nel mezzo
in preda a brividi e calori.

Altre due cose funzionano in me
una con gran gioia: Il mio svogliato e lunatico pancino.
Una con gran dolore: il mio dispettoso criceto che oggi frulla come un matto sulla sua ruota urtando le pareti della mia testina e facendo scintille.
TI ACCOPPO PRIMA O POI!

domenica 17 luglio 2011

(riflessioni elementari domenico-mattutine, in una stupenda mattinata temprana dal cielo azzurro mozzafiato in cui ci sarebbe solo da decidere se direzione mare o montagna. Posizione comoda: pc sul letto ed in ginocchio sul parquet senza ceci. Abbigliamento: pantaloncini da calcio e top monospalla nero con fragoline. Capelli arruffati ed acconciati come Yorkshire a pelo lungo dopo centrifuga e phon a testa in giù, cotonato. Paglie a volontà)

(uscendo dal bagno, dove ho terminato precocemente la sessione x riportare le seguenti riflessioni)
scrivere è come fare la cacca.
niente meno niente piu'.
(solo che il primo lo puoi fare ovunque, la seconda quasi).
Liberarsi quando ti senti pieno, e non ne puoi più.
Bisogno.
Spontaneao - Fisiologico.
Buttare fuori quello che hai dentro.
(Con o senza rumore, questo è indifferente.)
Non sai quello che uscirà, fino a quando non sarà sotto ai tuoi occhi.
E...inutile spingere quando non ti scappa!
Inutile sforzare.
Tempo perso ed inutile arrossimento.
Viene solo quando c'è.
Quindi a monte
vivere è come mangiare!
Di logica: Mangiare (e vivere) solo quello che ci piace.
Anche se...capita sempre di ingerire un boccone amaro!
O qualcosa che pensavamo ci piacesse, poi ci fa male.
E quello che non ci piace ma ci fa bene?
DOni delle esperienze dolorose.
(consolazione)
Mangi caghi.
Vivi scrivi.
:)
Bella la vita!
Mi scuoto da questo vortice di pensieri.
Time x breakfast.
luce ed ombra
sulla stessa parete

secco e verde
nello stesso vaso

polvere e brillantezza
sulla stessa superficie

calore e frescura
nella stessa aria

infinito limpido e palpabile opacità
nello stesso cielo

Io, contraddizione vivente,
perchè dovrei sentirmi strana?
Apro gli occhi e mi vedo.

che culo.
io sono esattamente come il mondo.

Confine di pelle
(calda e profumata
lieve e preziosa)
ed aria
(pura, penetrante, vitale)
Contatto fra identici universi.
SOTTO DIFFERENTI SPOGLIE.

sabato 9 luglio 2011


leggo blog altrui,
con meraviglia e stupore.
Quante cose geniali possono uscire dalla mente umana?
Mi sento il cervello ingessato.
Di quei gessi che neanche le martellate riescono a rompere.
assoluta piattezza-
scrivo, cercando di evitare i tasti.
Impestati da impronte di dubbia origine del mio gatto
che oggi ha il vomito.
Fumo con schifo.
Fumo con disgusto.
E l'aria pulita e insultata
mi fa dispetto.
Anzichè portarlo fuori, me lo risputa in faccia.

Sono io che mi devo portar fuori.
Fa caldo,
ed alla tenera età di 33 anni ho iniziato a sudare.
Sudore represso,
finora conservato con parsimonia nel mio manto cellulare.

La mia scassata bici,
(che qualcuno ancora ricorderà con affetto)
dotata di fiammante lucchetto rosa a combinazione numerica
mi attende al piano terra.
Mi chiedo come farò a montarci in sella.
Con sto gesso firmato Fornarina.
Ci vorrebbe una prolunga
che si materializzi solo quando è il momento di alzare la gambetta
per montarci, senza inciampare nel cannone.
la birra mi attende.
La frescura mi attende.
Una voce conosciuta cara mi attende
per rimproverarmi
il ritardo che farò.
Per star qui a scrivere a vanvera.

Inclino la bici e salto in sella.
Incurante degli strappi.
Pedalo con gusto nella città semideserta
estiva semibuia
dormiente ma vigile
assopita, rilassata
che mi lascia passare
e mi osserva, interrogandosi.
Muri che conoscono le risposte.
Facciate che mi sorridono.
Finestre che mi fanno l'occhiolino.
Spinta dei pedali
Aria in faccia.
Qanto amo andare in bicicletta.
Come far l'amore con la libertà,
senza precauzioni.
Con un rischioso orgasmo senza mani.
Dondolio di conchiglie sarde appese ad un'orecchio
accompagna i miei ilari non-pensieri
Mi sussurrano
con quella vocina di mare.
Ognuno ha la sua,
e nel silenzio scandito dai pedali,
si sovrappongono.
Corrono anche loro
come fili di luce
ed arrivano oltre barriere
normalmente imperscrutabili,
diritte al centro.
Pedalare mi fa sentire viva.
Pedalare mi fa sentire bene.
Pedalare mi fa veder le cose per quelle che sono.
Pedalare mi fa capire.
Pedalare mi riporta coi piedi per terra.
Anche se io guardo sempre in alto.
Muoviti sù,
piccola Alo!
Azione!
Fuori dal tuo mondo,
almeno 2 ore d'aria al giorno.
Vamosss!
A palpare la realtà.

stasera tolgo i ruotini.








venerdì 8 luglio 2011

Coltivatori indiretti (ventricoli custodi).


Il mio cuore custodisce
fili d'erba.
(Ma anche boschi praterie ruscelli).
Custodisce fiori di rara bellezza.
Esemplari unici al mondo
che solo lì possono crescere.
Fiori antichi
a volte dimenticati-
Fiori semprerosa.

Ognuno ci può piantare un semetto là.
Piccolo invisibile.
Che a volte
pian piano crescerà.
Inaspettatamente.
Altre rimarrà lì
assopito ed ignorato da tutti
attendendo una piccola goccia di pioggia
Proprio su di lui.

Radici
tenere e profonde
Radici che sfidano
la lontananza e il silenzio.
Radici che sono.
Sprezzanti dell'essere ignorate da chi le genera.

E' un terreno fertile
in cui non esiste deserto.
Solo periodi di siccità.

Chi ha piantato un seme là?

Chi scaglia frecce.
Chi scaglia sementi.
BRECCE INDOLORI
verdi e profumate.
Giardini che pulpitano.
C'è che fa di tutto per entrarci e ne rimane fuori.
C'è chi non fa nulla.
Ma ci risiede.


mercoledì 25 maggio 2011

Montanaro.


Per me sei come...
l'aria pura di montagna.
E non voglio ne comprarti
ne venderti.
Ma solo respirarti un pò.

In alto, sulle vette
rimarrai sempre sopra il tuo dolore,
(oramai precipitato a fondo, nella vallata.)
Allora piantala di guardare in basso.
Ma mira all'immenso che c'è lassu'.
(posizione privilegiata)

martedì 24 maggio 2011

VOLAAA! MIO MINI PONY!


-20 MAY -

Seduta sulla tazza chiusa del cesso,
aihmè non imbottita,
coi piedi sollevati dal secchio del mocio,
fumo.
Fumo
sfidando il povero saturo inefficiente paleolitico
aspiratore,
(il solo al mondo che aspira l'unica aria respirabile.)
Fumo
affumicandomi.
E faccio ciò che è piu' consono fare in questo luogo.
RIFLETTO.



Nonostante fuori sia aria pura,
vuoi rimanere nel recinto, ancora.
Quel recinto che t'ha visto felice, e piangente.
Quel recinto confortevole, ma doloroso.
Quel recinto colmo di fiori ma ornato di spine.

Come un morboso stalliere
ti spingo fuori.
Con calci e brutte parole
che escono da carne morbida, delicata, premurosa.
Amorevoli insulti
ti allontanano da qui,
col pianto annodato alla fluente criniera
ed interrogativa tristezza nei grandi occhi.

Corri.
Poi ti fermi e mi osservi, da là.
La libertà pare nulla,
senza chi ti ha domato.

Mi rigiro
e bagno la mia ombra
di amaro affetto.

Mi aggrappo all'aria
vuota di dolore
per bloccare
l'illusorio conforto di un passo indietro.

Sono gelosa del mio cavallo piu' bello.
Era con me che doveva essere felice.
Ma con questa gamba rotta
non posso condurlo dove lui vuole.
una gamba sana e marcia
una gamba che a volte non sostiene
da curare, o amputare.
Ma nessuna attesa per te.
Per te che hai il verde nel cuore
la vita nelle gambe
i sogni nella testa.
vai, torna a correre,
anzi, a volare.
Addio,
Mio Mini Pony.
VOLA.








venerdì 20 maggio 2011

bassura


h 22 e qualcosa

Seduta su uno scomodo sgabello
color cielo di carta
con amato sottofondo del mio Phil,
osservo il mio coniglio

che disbosca brutta vegetazione altrui.

Con gli occhi posteriori
(quelli che vedono dietro, anche attraverso i muri)
ascoltando il vento del caco,
guardo il mucchio delle mie cose,
sorseggiando Heineken.

(la mia penna è la piu' bella ma è rotta!)


Rimango immobile dentro,

come se la cosa non mi toccasse.

Cos'ho riportato a casa con me?
Solo le mie cianfrusaglie?
La mia libertà?
La mia indipendenza?
Me stessa?
La mia paura?

Cosa rappresenta
quel cumulo di sacchi del pattume
da cui spuntano racchette per palleggiare zanzare
e reggiseni taglia media, ma fatta bene?
Una succursale romagnola della mia amata Napoli in versione home interior?
O me?

Le osservo,
silenti, colorate, vissute,
ognuna con un qualcosa di lontano da raccontare.

Mi conoscono.
Conoscono il mio tocco ed il mio sorriso.
Sono tanti pezzettini esterni di me.
Sanno di appartenermi.

Potrebbero parlare ore di me
ed io vorrei proprio ascoltarle.

Le osservo con freddo distacco
e quasi le disconosco.

Credo di doverle toccare per rifarle mie.

Siamo state separate troppo a lungo.


Le voglio ammucchiare tutte
e buttarmici sopra a tuffo,
abbracciandole.

A vedere se mi ricompongo.
A vedere se mi ritrovo.
A vedere se mi ripiglio.

A dir il vero,
a stare qui
insolitamente ferma,
sotto l'ombra serale del saggio glicine,
solo con la mia penna argento incastonata arcobaleno,

già mi sento.

Correre troppo mi fa rimanere decisamente indietro.

Biagio continua gli scavi di Pompei,
io invece da stasera dovrò confrontarmi coi miei piedi.
Nudi.
Da ora scalzi.

Quei piedi
cicciotti e smaltati,
pigri e scattanti,
capaci di lunghi letarghi e grandi balzi,
a quest'ora gonfi.

*******

In veste di appiedata sorvegliante di un coniglio vorace,
mi chiedo dove mi porteranno.......

E mi ri-riprometto

solo ed esclusivamente
ovunque vogliano andare.


mercoledì 13 aprile 2011

stroppia


fumo troppo.
bevo il giusto.
penso troppo.
mi incazzo troppo.
Scoppio.
o forse stroppio.

In cerca di placido equilibrio.
Soave.
Delicato.
Teporoso.
Lievemente luccicante.

Invece....
prendo a manate ciò che mi urta.
Mordo a parole ciò che mi da fastidio.
Pogo contro l'ingiusto.
Urlo in faccia a ciò che viscidamente striscia, silente.
Dispenso testate a chi calpesta.

E
salto addosso a ciò che adoro.
Ribalto di gioia ciò che amo.
Abbraccio senza pudore ciò che stimo.

Aperta come un'autopista a traffico ininterrotto
mi tengo in bilico fra le due corsie.
Senza smettere di guardare
ciò che mi passa accanto.

Mio caro Equilibrio.
Cercami tu.
Seguirà mio identikit dettagliato.
Non vorrei mai che sbagliassi persona.




sabato 22 gennaio 2011

solievo


A volte mi chiedo cosa mi frulli per la testa.
La tesi del criceto zoppo è la più avvalorata, finora.
Ma sta decadendo.
Credo sia solo un piccolo gomitolo di lana soffice soffice e colorata
pronto ad essere tessuto
attraverso occhi
parole
immagini
sorrisi
gesti.

Solo che...

solo che
l'attesa lo ha fatto
capovolgere
e rotolare
e balzare qua e la
e saltellare
e leggermente svolgere
per poi riavvolgersi in altra maniera.
Insomma
qualche nodo
un pò di groviglio
qualche girotondo di troppo
lo rendono
fremente - vibrante - pungente
ma pur sempre raggomitolato.
Io voglio carezzarlo
pettinarlo
Io voglio svolgerlo.
Pazienza e cura.
E finalmente filerà.
Liscio.
Lieve.
brillante.
scintillante
caldo e corposo
pungente
avvolgente
delicato
profondo.
Toccante.
gioioso
Un pò impolverato.
Ma dal cuore puro.

mercoledì 12 gennaio 2011

La Farocchia!


A volte mi sento

una piccola ranocchia
immersa in una pozza
di putrida tristezza e melmosa negatività.

Che se ne sta lì,

muovendosi a fatica.
Come se tutto lo stagno le pesasse addosso.

Cercando di schivare ciò che è fetido
(pur standoci a mollo).

E dire .....

...che basterebbe muovesse le sue zampine

di molleggiato verde brillante

ed auto-inimmaginata potenza

per tagliare col pestato

spiccando un risolutivo

sAlto in Alto.

(Crack liberi tutti).

Anziché continuare a gracchiare....


Altre volte mi sento

una piccola farfalla
modello arcobaleno che

leggera

ha il privilegio di volare.

sususu
giùgiùgiù
sueggiù
giùessù

Disegna eterei arzigogoli

quà e là

proprio come piacciono a lei.

Bucare virginee nuvole
di essenze campestri
e ritrovarsi sospesi.

Solo Ali
Niente Paura

sorrette da aria pura.





lunedì 10 gennaio 2011

rimbalzo


Questo mondo è un misto.
Di gente estremamente amabile.
E di gente estremamente cafona.

Gente mischiata omogeneamente,
ma di opposta fattura!
Nessun colore o fisionomia che ti possa facilitare
SOlo un immodificabile stampo interiore,
Riconoscibile entro breve, senza essere intenditore.

Due gruppi
a ravvicinata distanza
ma mille miglia di somiglianza.
Antipodiche differenze.

Bello,
se tutti gli imbecilli vivessero fisicamente nell'altra metà di mondo!

E qua solo i docili, educati e gentili.
O viceversa.

Dall'altra parte tutti in costante e giusto azzuffo!
Qua
solo una lunga e piacevole armonia!
:)


Anche se...
Chissà.
Forse sarebbe estremamente noioso..
ed il mio scattante nervoso
dopo tanta intensa attività passata
cadrebbe in malinconico letargo
e successivamente in depressione per il lungo inutilizzo.
Povero!
Come potrei!
Non vorrei mai schiacciare una parte di me,
qualsiasi essa sia!
(mi basterebbe farle convivere tutte assieme, smussandone gli angoli.)

Così come, aimè, la gente di sto mondo.
Amalgamarla in un pacifico incontro-scontro quotidiano.

Tendere
all'antica saggia difficile e sublime arte
del RIMBALZO.


martedì 4 gennaio 2011

buoni Spropositi.


Alla fiorescente età di 33 anni,
sono stufa di mordermi la coda!
Ho finito la bava ed il mio collo
aspira torto 
a nuove e luminose direzioni!
(anziché quella, seppur bella, del mio posteriore.)
Poi, sì, amo gli animali spesso + degli uomini,
ma qui ed ora scelgo altri modi per esser loro solidale
invece di adottare quadrupedi attitudini.

In questo inizio 2011 sono in brillante e tacito fermento.
Asintomatico
- se non agli occhi di chi coglie invisibili scintille.
(ed ha pusher onesti)

Voglia di cambiare -
voglia di scegliere cosa voglio -
voglia di udire la mia voce - voglia di stracciare strette vesti -

Voglio indossare i miei abiti interiori
(stagionati in buste di cellophane in angoli di caveau)
e di lasciare scie di canfora!

Voglia di me!

Voglia di fare tutto il contrario.

Voglia di rimanere ferma
ed attendere quello che fuggo.
Rancido faccia a faccia.


Oggi in treno ho realizzato
che la mia nuova agendina verdina fluo,
regalatami da un amico latinlover,
è un'agendina da
massime senza pretese.
Ne scriverò una al giorno.
Ispirandomi ai miei fatti quotidiani.

(Durerò 3 giorni,
fino a quando qualche altro ameno diversivo ne prenderà il posto).

Riporto le prime 4.

1 gennaio 2011:
'Anche se imbocchi vicoli contorti, ti sei sempre alle calcagna'.

2 gennaio 2011:
' La mano di un amico è più forte di una gru.'

3 gennaio 2011:
'Esprimere pacatamente il proprio stato d'animo è come gridare a tutta voce in vetta a una montagna'

4 gennaio 2011:
'Testa senza pesi, pancia senza feci'


Un baciuo Cavi!
Torno a curare questo mondo malato.