giovedì 20 maggio 2010

la cura migliore


Una rosa bianca

stringe a se il suo candore

evidente presenza

distillata nell'aria.



Occhi

spremono gocce di dolore
su insensibile asfalto.


Sistemo impeccabilmente

i miei migliori ricordi

in fila,

nell'armadio

ricoperti da cellophane.

Perfetti.

Intatti.

Semplici momenti dal cuore puro.


Rimarranno lì.

a farsi osservare, da lontano.

Qualsivoglia.


Per ora

non li voglio toccare

ne stringere fra le mani.

(Pur amandoli.)

Non possono essere sgualciti.

Ultima dolce dolorosa spiaggia.


Mi pizzicano le mani

per l'assenza di te.

Mani
che vomitano carezze mancate.


Abbraccio il tuo spazio

unendomi al vuoto.


Lontano.

Solcato da freddi tubi.

Solo, disperato

pulsa il tuo cuore.

Singhiozza battiti,

smemore della sua forma.


Scintillante amore

si infrange su gelide pareti

affamate di sadismo,

e si ritira nel suo nido,

senza farsi notare.


Il suo fecondo profumo

si mischia all'asetticità

e condensa

cadendo al suolo.


Peccato tu non l'abbia visto.

Peccato tu non l'abbia respirato.

Peccato tu non te ne sia nutrito.
Peccato tu fossi di spalle.


Non esiste cura migliore.








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