mercoledì 21 novembre 2007

aspetto


Un uomo di colore siede a mani giunte. Ha la testa bassa, come pregando il suo Dio che forse l'ha abbandonato, ma verso il quale si mostra sempre e comunque grato, fedele.
Di fronte a lui un uomo di mezza età con occhiali da sole lenti sfumate, montatura grand ee rettangolare da donna, rosa, parla da solo a voce bassa, ma continua. Il suono è quasi impercettibile, ma incessante. Fa le parole crociate aiutandosi con una lente di ingrandimento teconologicamente illuminata.
Di fianco a lui due ragazzi presumibilmente pakistani, vestiti uguale, molto rassomiglianti, insolitamente belli e dagli occhi grandi e profondi, fissano il vuoto di fronte a loro, o forse quello che hanno dentro, tristemente, in silenzio.
Un uomo arriva di fronte alla porta scorrevole che però non si apre. Si ferma, indietreggia, avanza e riprova, ma niente. La porta non accenna ad aprirsi. Il sensore non lo vede. Porta in spalla un pesante borsone verde, a tracolla. Ha uno sguardo impassibile, impenetrabile, indifferente, esattamente ricambiato dalla porta. Si allontana, ed in quel preciso momento la porta si apre, senza che lui se ne accorga.
Una ragazza con una gorssa berretta color prugna sfumata, mora, sui 25 anni, siede assorta, come rapita, scrivendo. Scrive a lungo, di getto, su un microscopico bigliettino.
Scrive in modo deciso, sicuro, senza esitare, e con trasporto.
Chissà cosa starà scrivendo, che parole staranno formandosi sul foglietto stropicciato, dalla punta della sua penna gialla e nera, e dirette a chi.
Ogni tanto alza gli occhi grandi e luccicanti ed osserva intorno a sè, con curiosità, quasi per captare qualcosa, qualcosa di quello che la circonda e che sta accadendo attorno a lei. Scruta le persone, per attimi, come se cercasse di coglierne l'essenza, lo stato d'animo, le emozioni, il pensiero, la storia, l'essere.
Persone diverse, provenienti chissà da dove e chissà perchè, e dirette non si sà.
Persone lontane e sconosciute, che per momenti si incontrano, incrociano, sfiorano, guardano, ignorano.
Ma non c'è più spazio per questi pensieri, il tempo vola. L'altoparlante interrompe il silenzio, il treno sta arrivando.
Mi alzo e corro fuori.
Buona fortuna, cari sconosciuti.

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