h 22 e qualcosa
Seduta su uno scomodo sgabello
color cielo di carta
con amato sottofondo del mio Phil,
osservo il mio coniglio
che disbosca brutta vegetazione altrui.
Con gli occhi posteriori
(quelli che vedono dietro, anche attraverso i muri)
ascoltando il vento del caco,
guardo il mucchio delle mie cose,
sorseggiando Heineken.
(la mia penna è la piu' bella ma è rotta!)
Rimango immobile dentro,
come se la cosa non mi toccasse.
Cos'ho riportato a casa con me?
Solo le mie cianfrusaglie?
La mia libertà?
La mia indipendenza?
Me stessa?
La mia paura?
Cosa rappresenta
quel cumulo di sacchi del pattume
da cui spuntano racchette per palleggiare zanzare
e reggiseni taglia media, ma fatta bene?
Una succursale romagnola della mia amata Napoli in versione home interior?
O me?
Le osservo,
silenti, colorate, vissute,
ognuna con un qualcosa di lontano da raccontare.
Mi conoscono.
Conoscono il mio tocco ed il mio sorriso.
Sono tanti pezzettini esterni di me.
Sanno di appartenermi.
Potrebbero parlare ore di me
ed io vorrei proprio ascoltarle.
Le osservo con freddo distacco
e quasi le disconosco.
Credo di doverle toccare per rifarle mie.
Siamo state separate troppo a lungo.
Le voglio ammucchiare tutte
e buttarmici sopra a tuffo,
abbracciandole.
A vedere se mi ricompongo.
A vedere se mi ritrovo.
A vedere se mi ripiglio.
A dir il vero,
a stare qui
insolitamente ferma,
sotto l'ombra serale del saggio glicine,
solo con la mia penna argento incastonata arcobaleno,
già mi sento.
Correre troppo mi fa rimanere decisamente indietro.
Biagio continua gli scavi di Pompei,
io invece da stasera dovrò confrontarmi coi miei piedi.
Nudi.
Da ora scalzi.
Quei piedi
cicciotti e smaltati,
pigri e scattanti,
capaci di lunghi letarghi e grandi balzi,
a quest'ora gonfi.
*******
In veste di appiedata sorvegliante di un coniglio vorace,
mi chiedo dove mi porteranno.......
E mi ri-riprometto
solo ed esclusivamente
ovunque vogliano andare.