mercoledì 24 settembre 2008

Scie chimiche

A volte non riesco a scrollarmi il dolore di dosso.
Mi si attacca
come una cicca sotto le scarpe.
A volte mi stupisco da sola
per quanto possa sentirmi leggera
tanto leggera da non sentirmi.
Come un soffio di vento
soave
tiepido
sottile.
Per quanto tutto sia facile
piacevole.
Per quanto un nulla mi renda felice.
Sono un'altalena
che arriva in cima al cielo
ridendo
col vuoto colmo di gioia nello stomaco
e capelli selvaggiamente ribelli
che rincorrono riccioli invisibili.
Volo
di attimi
che lasciano scie chimiche infinite.
La retro è come
essere sfiorati dalla sofficità delle nuvole
in un abbraccio avvolgente
che svanisce sulla pelle
in carezze di brividi.
Non sai quello che ti aspetta alle spalle,
ma è come andare ogni volta incontro alla vita.
Ogni balzo
ogni rincorsa
ogni discesa
come trovarsi faccia a faccia
corpo a corpo
anima a anima
con una meravigliosa sconosciuta.
A volte il ramo fatica a reggere
l'eccessivo entusiasmo.
Allora,
anzichè solleticare il suolo con lo smalto,
il fango si impossessa dei tuoi piedi
delle tue gambe
a volte della tua faccia.
Ci mette tutto sè
per trattenere un pò di luce nelle sue tenebre.
E tu lotti
aspramente
contro ciò
che invece dovresti accarezzare
come il tuo miglior
trampolino di lancio.
I suoi appiccosi frammenti
si staccano diperatamente da te
ricadendo gravemente
insieme alla loro indicibile speranza
di poter
anche solo per un respiro
unirsi al tuo essere
mentre si eleva
verso mai solcate
piroette di libertà.

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