Abbandono la strada.
Quella liscia
cementata
arida.
Quella sicura.
Prima la lascio con gli occhi.
Furtivamente.
Cercano altrove.
Sguardo ai lati,
vista di orizzonti
Poi
pochi passi
piccoli
impercettibili
incerti
Passi che poggiano su erba
vecchia e fresca
secca e verde
ispida e carezzevole.
Germogli
appena sbocciati e da sempre conosciuti.
Ritraggo il piede e lo rimprovero.
Non si fa.
Poi però
lo rimetto lì.
Ancora
ancora un poco.
Ancora per poco.
Lascio
per un istante
che assapori un passo
senza trascinarsi.
che senta il suolo sotto di se.
Seguire l'istinto
dimenticando le regole.
Buchi/sassi,
morbidezza
calore.
Vita.
Fermento.
Titubo.
Indugio.
Mi schiaffeggio ed immobilizzo.
Poi d'improvviso
Salto la staccionata e
Corro.
in mezzo a campi selvatici
corro.
con erbe che mi solleticano, spine che mi pungono
corro.
con candide nuvole trapuntate che lente mi seguono
corro.
con fiori che mi profumano la via
Corro.
con leggerezza di un volo saltellante
Corro.
con insistenti fili che mi legano le caviglie
Corro
incurante degli strappi
Corro.
come una sposa pizzicata dal riso
Corro .
col fiato del mondo dentro i polmoni
con piedi neri e liberi
Corro.
Corro,
con la voglia di chi ha corso senza muoversi
Corro.
Come se non avessi mai smesso di correre
Impossibile fermarmi
con in faccia la libertà.
Quella
che mi lucida l'anima.
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Faccio piroette virtuali,
e corro solo per prendere il treno.